Tra le tante novità e sfide che
gli adolescenti si trovano ad affrontare c’è sicuramente l’esperienza sessuale,
crocevia e spartiacque tra il mondo infantile e quello adulto.
L’adolescente si sente in
trasformazione, assiste a profondi cambiamenti, nel proprio aspetto corporeo
come nel proprio sistema di valori ed interessi: non c’è più
l’indifferenziazione tra maschile e femminile, tipica dell’infanzia, ma emerge
con prepotenza la diversità, anche fisica, tra questi due mondi. Da qui,
dunque, parte l’interesse e l’avvicinamento dell’adolescente all’esperienza
sessuale, da una condizione di sconvolgimento e profondo cambiamento, che
lascia il giovane senza le certezze dell’infanzia, alla ricerca di una nuova
identità e posizione sociale. Ma cos’è che rende così difficile e complicato
l’avvio di questo percorso di crescita così importante e fondamentale per un
approdo all’età adulta sano e completo? Ciò che rende oltremodo complesso
l’ingresso stesso nell’adolescenza è sicuramente lo scarto temporale, fisiologico
e dunque inevitabile, tra la crescita e la trasformazione corporea e quella
psicologica e mentale. Credo sia abbastanza evidente a tutti come l’arrivo del
menarca e della maturazione maschile colgano di sorpresa la ragazza ed il
ragazzo, lasciandoli non più bambini, ma non ancora adolescenti, un po’ come
una utilitaria alla quale venga improvvisamente cambiata la carrozzeria e
sostituita con quella di una Ferrari! Il motore rimane lo stesso, ma l’aspetto
e le potenzialità esterne ne superano di gran lunga le possibilità. Così, nella
necessità di dare un senso a tale cambiamento, il ragazzo e la ragazza si
interrogano su se stessi, sulle proprie capacità fisiche, e su cosa farne delle
nuove ed emergenti potenzialità che sentono dentro di sé, ed in questo senso
l’esperienza sessuale diviene non ancora un’esperienza affettiva legata alla
presenza dell’altro, ma un mero banco di prova delle proprie capacità e del
proprio valore, un modo in cui poter conoscere il proprio nuovo corpo e
metterlo in gioco. Presi, dunque, dalla domanda: “Chi sono io? Piaccio o non
piaccio? Gli altri cosa pensano di me?”, gli adolescenti rispondono a se stessi
attraverso l’esperienza sessuale, i primi fidanzamenti e le prime cotte, prove
concrete del proprio valore, del piacere all’altro, e dell’avere un corpo che
funziona, oltre che come esperienza di piacere e allentamento della tensione
fisica. E’ in quest’ottica, dunque, soprattutto nella pubertà e nella prima
adolescenza, cioè quando la spinta pulsionale è più impellente e l’insicurezza
rispetto alla propria identità è maggiore, che si assiste ad uno scollamento
tra l’affettività e la sessualità. Non ancora forti della propria identità e
del senso di sé, l’amore e l’esperienza affettiva vengono inevitabilmente messi
in secondo piano, più immaginati e fantasticati nei classici sogni ad occhi
aperti, che realmente vissuti ed esperiti nella realtà concreta, e questo
proprio perché l’adolescente stesso sente di doversi occupare e rassicurare
prima su se stesso per poi esporsi e mettersi realmente in gioco anche
emotivamente con l’altro. Di qui, infatti, le fantasie e preoccupazioni,
tipiche soprattutto nell’adolescente maschio, di rimanere ingabbiato ed
intrappolato nel rapporto con la ragazza: il desiderio stesso dell’altro viene
vissuto come qualcosa di talmente prepotente ed impellente da spaventare e
minare la sicurezza in sé stessi, un po’ come un cavallo di Troia, tanto ambito
e desiderabile, ma al tempo stesso e proprio per questo tanto più pericoloso e
al quale avvicinarsi con sospetto e circospezione.
E’ evidente, dunque, come
l’ingresso e la crescita dell’adolescente siano scandite da diverse tappe e
passaggi evolutivi complessi, in cui vengono messi in gioco interrogativi
rispetto alla propria identità, alle proprie capacità mentali e corporee, che
necessitano di una gradualità e di un tempo specifico per potersi esprimere e
dispiegare, per colmare, in definitiva, quello scarto tra una maturazione
fisica che esplode all’improvviso precedendo tutto il resto, e lo sviluppo psico-affettivo
che necessita invece di maggior tempo e di una serie di esperienze che lo
accompagnino. E’ da questo punto di vista, dunque, che la precocità
dell’esperienza sessuale completa può risultare pericolosa per la crescita adolescente, proprio perché
rischia di restituire al ragazzo l’illusione della completezza della crescita,
offrendogli così l’idea di aver trovato una comoda scorciatoia che permette di
evitare i vari passaggi e quelle numerose domande attraverso cui confrontarsi
ed appropriarsi di se stessi e della propria identità.
Piuttosto, dunque, che parlare di
disfunzionalità e porre l’accento su comportamenti preoccupanti ed inadatti,
sarebbe auspicabile accompagnare e sostenere questo difficile processo di
crescita attraverso i diversi passaggi che lo caratterizzano, permettendo,
così, anche all’adolescente di tollerare l’attesa e l’incertezza del non ancora
compiuto, a favore di una miglior riuscita e di un ben più consapevole ingresso
nell’età adulta, mettendo l’accento, in altre parole, sulla necessità di
trasformare e sviluppare anche il motore, dopo la carrozzeria, perché è quello
che rende tale una vera Ferrari!
autore: dr.ssa Annamaria Patriarca