mercoledì 4 febbraio 2015

Affettività e sessualità in adolescenza: natura e rischi di due percorsi di crescita paralleli




Tra le tante novità e sfide che gli adolescenti si trovano ad affrontare c’è sicuramente l’esperienza sessuale, crocevia e spartiacque tra il mondo infantile e quello adulto.
L’adolescente si sente in trasformazione, assiste a profondi cambiamenti, nel proprio aspetto corporeo come nel proprio sistema di valori ed interessi: non c’è più l’indifferenziazione tra maschile e femminile, tipica dell’infanzia, ma emerge con prepotenza la diversità, anche fisica, tra questi due mondi. Da qui, dunque, parte l’interesse e l’avvicinamento dell’adolescente all’esperienza sessuale, da una condizione di sconvolgimento e profondo cambiamento, che lascia il giovane senza le certezze dell’infanzia, alla ricerca di una nuova identità e posizione sociale. Ma cos’è che rende così difficile e complicato l’avvio di questo percorso di crescita così importante e fondamentale per un approdo all’età adulta sano e completo? Ciò che rende oltremodo complesso l’ingresso stesso nell’adolescenza è sicuramente lo scarto temporale, fisiologico e dunque inevitabile, tra la crescita e la trasformazione corporea e quella psicologica e mentale. Credo sia abbastanza evidente a tutti come l’arrivo del menarca e della maturazione maschile colgano di sorpresa la ragazza ed il ragazzo, lasciandoli non più bambini, ma non ancora adolescenti, un po’ come una utilitaria alla quale venga improvvisamente cambiata la carrozzeria e sostituita con quella di una Ferrari! Il motore rimane lo stesso, ma l’aspetto e le potenzialità esterne ne superano di gran lunga le possibilità. Così, nella necessità di dare un senso a tale cambiamento, il ragazzo e la ragazza si interrogano su se stessi, sulle proprie capacità fisiche, e su cosa farne delle nuove ed emergenti potenzialità che sentono dentro di sé, ed in questo senso l’esperienza sessuale diviene non ancora un’esperienza affettiva legata alla presenza dell’altro, ma un mero banco di prova delle proprie capacità e del proprio valore, un modo in cui poter conoscere il proprio nuovo corpo e metterlo in gioco. Presi, dunque, dalla domanda: “Chi sono io? Piaccio o non piaccio? Gli altri cosa pensano di me?”, gli adolescenti rispondono a se stessi attraverso l’esperienza sessuale, i primi fidanzamenti e le prime cotte, prove concrete del proprio valore, del piacere all’altro, e dell’avere un corpo che funziona, oltre che come esperienza di piacere e allentamento della tensione fisica. E’ in quest’ottica, dunque, soprattutto nella pubertà e nella prima adolescenza, cioè quando la spinta pulsionale è più impellente e l’insicurezza rispetto alla propria identità è maggiore, che si assiste ad uno scollamento tra l’affettività e la sessualità. Non ancora forti della propria identità e del senso di sé, l’amore e l’esperienza affettiva vengono inevitabilmente messi in secondo piano, più immaginati e fantasticati nei classici sogni ad occhi aperti, che realmente vissuti ed esperiti nella realtà concreta, e questo proprio perché l’adolescente stesso sente di doversi occupare e rassicurare prima su se stesso per poi esporsi e mettersi realmente in gioco anche emotivamente con l’altro. Di qui, infatti, le fantasie e preoccupazioni, tipiche soprattutto nell’adolescente maschio, di rimanere ingabbiato ed intrappolato nel rapporto con la ragazza: il desiderio stesso dell’altro viene vissuto come qualcosa di talmente prepotente ed impellente da spaventare e minare la sicurezza in sé stessi, un po’ come un cavallo di Troia, tanto ambito e desiderabile, ma al tempo stesso e proprio per questo tanto più pericoloso e al quale avvicinarsi con sospetto e circospezione.
E’ evidente, dunque, come l’ingresso e la crescita dell’adolescente siano scandite da diverse tappe e passaggi evolutivi complessi, in cui vengono messi in gioco interrogativi rispetto alla propria identità, alle proprie capacità mentali e corporee, che necessitano di una gradualità e di un tempo specifico per potersi esprimere e dispiegare, per colmare, in definitiva, quello scarto tra una maturazione fisica che esplode all’improvviso precedendo tutto il resto, e lo sviluppo psico-affettivo che necessita invece di maggior tempo e di una serie di esperienze che lo accompagnino. E’ da questo punto di vista, dunque, che la precocità dell’esperienza sessuale completa può risultare pericolosa  per la crescita adolescente, proprio perché rischia di restituire al ragazzo l’illusione della completezza della crescita, offrendogli così l’idea di aver trovato una comoda scorciatoia che permette di evitare i vari passaggi e quelle numerose domande attraverso cui confrontarsi ed appropriarsi di se stessi e della propria identità.
Piuttosto, dunque, che parlare di disfunzionalità e porre l’accento su comportamenti preoccupanti ed inadatti, sarebbe auspicabile accompagnare e sostenere questo difficile processo di crescita attraverso i diversi passaggi che lo caratterizzano, permettendo, così, anche all’adolescente di tollerare l’attesa e l’incertezza del non ancora compiuto, a favore di una miglior riuscita e di un ben più consapevole ingresso nell’età adulta, mettendo l’accento, in altre parole, sulla necessità di trasformare e sviluppare anche il motore, dopo la carrozzeria, perché è quello che rende tale una vera Ferrari!

autore: dr.ssa Annamaria Patriarca